17 giugno 2007

Tarli fotografici notturni

Non c'è niente da fare. Se vedo una foto che mi piace, posso non dormirci la notte a pensare come, dove e quando farla. E così è successo ancora: una foto bellissima, da farmi crepare di invidia.

E ti fa ancora più rabbia sapere che le premesse geografiche non sono tanto allettanti quanto la montagna sperduta dell'Arizona da cui è stata scattata la foto in questione. Perchè ti trovi in piena Pianura Padana, dove già è un miracolo se non piove di questi tempi, e la vicinanza di Pavia, ma soprattutto Milano con le sue mille luci, (pro)fumi e colori rende un cielo terso e adatto allo scopo raro quanto un tartufo di 50 kg.


Ma il tarlo è lì che scava, incurante della fase REM. E allora mi sveglio in piena notte, uno sguardo fuori dalla finestra per vedere che no, le nuvole di poche ore prima non ci sono più e qualche stella fa invece capolino. E' un attimo vestirsi alla bell'e meglio, imbracciare cavalletto e macchina e via, verso un posto il più buio possibile.

Niente, ovunque si vada ci sono sempre le luci delle città. E l'alba che incombe. Eppure Cassiopea, l'Orsa Minore, Andromeda, Pegaso, sì, si vedono ancora abbastanza bene. Ma soprattutto: mai avrei pensato che la mia pur fida macchina fotografica, alle 4 del mattino, con un cielo a cui non avrei dato 2 lire, alle porte di Pavia, Pianura Padana, sarebbe stata in grado in grado di vedere i colori delle foto qui sopra.
E vaffanculo all'Arizona.

2 commenti:

leluZ ha detto...

Esperimento interessante.

Anonimo ha detto...

comunque bella...


sai fotografare qualunque notte